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GIOVAN BATTISTA GAULLI DETTO IL BACICCIA: LA GLORIA DEL MISTICO AGNELLO

Dopo aver dato una rapida occhiata all’interno del Gesù vale la pena di tornare con più calma a gustarci i capolavori del Baciccia.

Intanto dobbiamo dare atto ai Gesuiti che ebbero il coraggio e l’intuizione di affidare ad un solo artista e per di più giovane, come il nostro amato Giovan Battista, l'imponente ciclo pittorico formato dal catino absidale, dall'arcone, dai pennacchi, dalla cupola, dalla volta della navata e per finire dalla volta della cappella di Sant'Ignazio.

Cominciamo la nostra visita dalla Gloria del Mistico Agnello, affrescata da Baciccia nel catino absidale, che vista dal basso si presenta così.

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L’Opera, ci sia consentito di usare la O maiuscola, è ispirata al Libro dell’Apocalisse, ma al posto del Dio Pantocratore (Onnipotente) Baciccia focalizza la sua narrazione sul Cristo, rappresentato come Agnello sacrificale:

“Vidi ritto in mezzo al trono circondato dai quattro esseri viventi e dai vegliardi un Agnello, come immolato”.

   
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“Vidi nella mano destra di Colui che era assiso sul trono un libro a forma di rotolo, scritto sul lato interno e su quello esterno, sigillato con sette sigilli”.

   
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“Quando l’Agnello aprì il settimo sigillo, si fece silenzio in cielo per circa mezz’ora. Vidi che ai sette angeli ritti davanti a Dio furono date sette trombe”.

   
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“Poi venne un altro angelo e si fermò all’altare, reggendo un incensiere d’oro. Gli furono dati molti profumi perché li offrisse insieme con le preghiere di tutti i santi bruciandoli sull’altare d’oro, posto davanti al trono. Dalla mano dell’angelo il fumo degli aromi salì davanti a Dio, insieme con le preghiere dei santi”.

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“I ventiquattro vegliardi si prostrarono davanti all’Agnello, avendo ciascuno un’arpa e coppe d’oro colme di profumi, che sono le preghiere dei santi”.

 
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“Dopo ciò, apparve una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua”.

 
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FOTO DI LAURA LERARIO

 

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