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L’ARTE ELLENISTICA NEI MUSEI ROMANI

Quando si parla di arte ellenistica ci si riferisce alle straordinarie opere venute alla luce lungo le coste asiatiche dell'Egeo e ad Alessandria d'Egitto.

I principali centri dove si sviluppò l'arte ellenistica furono Pergamo, Rodi e appunto Alessandria.
Roma venne a contatto con l'ellenismo in occasione della guerra combattuta contro Antioco III detto il Gran Re, per la vastità del suo regno che si estendeva sull'attuale Turchia, la Siria, il Libano, la Giordania, Israele, l'Iraq, l'Iran ed arrivava sino all'Afganistan e l'Uzbekistan.


Antioco III

Con la battaglia di Magnesia del 190 i romani guidati da Scipione l'Africano sconfissero Antioco ed occuparono l'Asia Minore.

In questa guerra fondamentale fu l'alleanza con Eumene re di Pergamo e con i Rodii.

Scipione l'Africano Eumene

Il regno di Pergamo era nato e si era sviluppato grazie al padre di Eumene Attalo I, che fu a fianco dei romani nella guerra macedonica contro Filippo V (201-197).


Filippo V

Prima dell'avvento dei romani Attalo aveva dovuto combattere per la sopravvivenza del proprio giovane regno difendendolo dall'invasione dei Galati, un popolo celtico che partendo dal Reno e scendendo lungo il Danubio, aveva combattuto contro i macedoni e i traci, per attraversare attorno al 280 lo stretto dei Dardanelli ed occupare quel territorio detto in seguito Galazia.

Stabilizzata la conquista i galati tentarono di raggiungere il mar Egeo invadendo il regno di Pergamo, ma furono ripetutamente sconfitti da Attalo e dovettero rientrare nelle loro terre.


Attalo

In ricordo di queste vittorie del padre, Eumene innalzò il cosiddetto Donario di Attalo, un gruppo di cinque statue di bronzo, opera di Epigono di Pergamo, poste su un basamento probabilmente cilindrico.

Le statue, come gran parte di quelle in bronzo, vista la carenza di metallo successiva alla caduta dell'impero romano sono state fuse, ma fortunatamente i romani si erano innamorati dell'arte ellenistica e quindi avevano fatto degli originali quelle che chiamiamo repliche, non potendo sapere fino a che punto siano fedeli agli originali stessi.

Del Donario di Attalo a Roma vediamo:
il memorabile Galata Morente nei Musei Capitolini,

Musei Capitolini - Galata morente Musei Capitolini - Galata morente Musei Capitolini - Galata morente Musei Capitolini - Galata morente
Galata Morente - clicca per ingrandire

il commovente Galata Suicida nel Museo di palazzo Altemps

Museo di Palazzo Altemps - Galata Suicida Museo di Palazzo Altemps - Galata Suicida Museo di Palazzo Altemps - Galata Suicida Museo di Palazzo Altemps - Galata Suicida
Galata Suicida - clicca per ingrandire

e nei Musei Vaticani il cosiddetto Persiano Ferito.

Forse apparteneva al Donario anche la statua della quale è sopravvissuta la testa, anch'essa esposta nei Musei Vaticani.

Persiano Ferito Testa di Gallo

Attalo I e i figli Eumene ed Attalo II, grandi amanti delle arti, fecero di Pergamo una delle più straordinarie città dell'Asia Minore, la cui magnificenza splendeva nell'altare di Pergamo, oggi ricostruito con frammenti originali nel Pergamonmuseum di Berlino.


Altare di Pergamo

Con Pergamo rivaleggiava Rodi che grazie alla abilità dei suoi ammiragli e dei suoi equipaggi, poteva contare su una delle flotte più potenti del mar Egeo.

L'eccezionale livello raggiunto dagli artisti rodii è testimoniato dall'indimenticabile Laocoonte, esposto in Vaticano, opera attribuita ad Agesandro (il Laocoonte), Atenodoro e Polidoro di Rodi (i figli).

Il Laocoonte, ritrovato nel 1506 vicino al Colosseo nei pressi delle terme di Traiano, fu acquistato da Papa Giulio II ed esposto in Vaticano nel cortile del Belvedere e tuttora sta in Vaticano.
Ovviamente l'originale in bronzo è andato perduto.

Laocoonte Laocoonte Laocoonte Laocoonte
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Nei Musei Capitolini è esposta la scultura che raffigura il Supplizio di Marsia, in questo caso l'artista che ha creato la replica ha avuto un'idea geniale, per restituire l'impressione del supplizio (Marsia, secondo il mito, aveva osato sfidare Apollo ad una gara musicale, ma il dio non la prese bene e lo fece scorticare vivo), ha impiegato il marmo cosiddetto cipollino che con le sue venature violacee rende l'idea.

Dunque il Marsia Capitolino ricorda da vicino nei tratti del volto quello del Laocoonte, quindi è plausibile che l'originale fosse di Agesandro o della sua scuola.

Supplizio di Marsia Supplizio di Marsia Supplizio di Marsia Supplizio di Marsia
Supplizio di Marsia - clicca per ingrandire

Un'altra indimenticabile testimonianza dell'arte ellenistica si trova nel Museo Nazionale Romano, dove a fianco di Attalo II vediamo il famosissimo Pugilatore.


Attalo II

Ciascuna delle opere che vi abbiamo mostrato testimoniano la peculiarità dell'arte ellenistica, come si è sviluppata nell'arco di tempo che va dal 250 al 150 a.C., e che rappresentò una rivoluzione rispetto al classicismo Ateniese, reso memorabile dagli immortali Fidia, Prassitele, Policleto, Skopas e naturalmente Lisippo.

Classicismo che si esalta nella raffigurazione della bellezza ideale, composta e trascendente.

Pugilatore Pugilatore Pugilatore Pugilatore
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Questo universo idealizzato è spazzato via dall'arte ellenistica fiorita durante il regno di Attalo I e proseguita fino a quello del secondo figlio Attalo II Filadelfo.

Ed è spontaneo chiedersi cosa fosse successo nel mondo Greco per provocare una tale rivoluzione.

Era successo di tutto.

Morto il grande Pericle, tramontata dopo la guerra del Peloponeso (404) l'egemonia Ateniese per mano degli Spartani, sconfitti gli Spartani dai Tebani guidati da Epaminonda (362), distrutta infine la stessa Tebe da Alessandro Magno (335), la Grecia europea perse la propria indipendenza, mentre fiorivano le città Greche della costa asiatica, tra le quali eccelsero Pergamo e Rodi, mentre in Egitto, fondata da Alessandro Magno, splendeva Alessandria.

Nelle opere che vi abbiamo mostrato si manifesta in tutto il suo vigore l'arte Ellenistica, che libera dai canoni della classicità di scuola Ateniese, sfrontatamente esibisce nella drammaticità dei volti, nel dinamismo della rappresentazione la conquistata egemonia culturale.

Ma sarebbe riduttivo dare l'impressione che il mondo ellenistico vivesse di sola drammatizzazione, c'era spazio anche per il riso e il divertimento come possiamo apprezzare nel gruppo del Satiro e della Ninfa (Centrale Montemartini), riconfermato da un altro Satiro birichino (Palazzo Altemps), mentre a fianco Pan molesta Dafni (palazzo Altemps), con la scusa di insegnargli a suonare.    

Gruppo del Satiro e della Ninfa Gruppo del Satiro e della Ninfa Gruppo del Satiro e della Ninfa
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Quanto a Venere piaceva soprattutto accosciata (Museo Nazionale Romano), come dimostra una manina galeotta.

Venere Venere Venere Venere
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