ROMA E I GERMANI
I
Con la resa dei Marcomanni Traiano aveva portato a termine la creazione del limes Germanico Retico che, fino dai tempi del Divino Augusto, era stato l’obiettivo dell’Impero Romano.
Le relazioni e i conflitti tra i Germani e i Romani si perdono nella lontananza dei tempi.
Fu Mario il primo a combattere contro i Cimbri e i Teutoni, che, venendo dall’estremo nord della Germania, avevano invaso la Gallia Cisalpina. Annientati dalle legioni Romane essi si dispersero parte nella Gallia Belgica, altri tornarono oltre il Reno.
Il Divino Giulio sconfisse gli Suebi comandati da Ariovisto, che attraversato il Reno minacciavano la provincia, coloro che si salvarono, ributtati oltre il Reno iniziarono a migrare verso Est. I Tencteri attraversarono il Reno nell’estremo Nord del suo corso, Cesare, sconfitto anche questo popolo Germanico, costrinse i barbari a tornare decimati nelle proprie terre, successivamente, costruiti due grandi ponti, attraversò due volte il Reno per atterrire i Germani affinchè non tentassero oltre di passare nella Gallia.
Queste campagne contro i Germani assicurarono a Cesare un insperato vantaggio, infatti come essi sono avidi di battersi in guerra, ben 10.000 cavalieri furono arruolati da Gaio Giulio e il loro valore fu determinante per sconfiggere la lega dei Galli comandati da Vercingetorige.
La cavalleria gallica assommava a oltre 30.000 uomini, ma il coraggio e l’incredibile valore dei 10.000 cavalieri Germani fu tale da volgerli in fuga.
Da allora in poi la cavalleria ausiliaria dei Romani, le alae dell’esercito, furono costituite, oltre che da Numidi, anche da guerrieri Germanici, soprattutto Batavi e Tencteri.
I Batavi poi, uomini di singolare prestanza e fedeltà, furono da Domiziano arruolati nella guardia pretoriana.
Sotto il principato del Divino Augusto i Cherusci, comandati da Arminio si posero a capo di una lega di popoli Germanici, tra i quali i Catti e sorprese 3 legioni Romane nella foresta di Teutoburgo le annientarono.
Arminio , nell’intento di invadere la Gallia, chiese l’aiuto dei Marcomanni, ma il loro re Maroboduo, restò fedele ai Romani. I Cherusci di Arminio allora attaccarono i Marcomanni e in una cruenta battaglia, nella quale entrambi i popoli lasciarono sul terreno un gran numero di morti, li sconfissero.
Maroboduo dovette lasciare il regno e fu accolto dai Romani.
Intanto Tiberio, divenuto imperatore dopo Augusto, riprese la guerra contro i Cherusci, li sconfisse catturò una grande quantità di prigionieri e tra essi la stessa moglie di Arminio.
La sconfitta dei Cherusci indusse i Catti, forse ispirati da Tiberio stesso, ad attaccarli, finì così nel sangue il breve dominio dei Cherusci.
Tiberio aveva combattuto per lunghi anni in Germania e ben conosceva questi popoli e altrettanto bene sapeva come manovrarli, pertanto dopo pochi anni riuscì a mettere sul trono dei Marcomanni Vannio, che fu fedele ai Romani per tutta la sua vita.
Passarono gli anni e al tempo di Vespasiano fu la volta dei Catti a prendere le armi contro i Romani.
Quando Domiziano ascese al comando dell’Impero la guerra contro i Catti non fu più oltre rinviabile.
Domiziano stesso si pose a capo dell’esercito Romano e fu in questa occasione che conobbe Traiano.
Nell’85 la campagna contro i Catti fu conclusa vittoriosamente, Domiziano celebrò il trionfo e gli fu attribuito il titolo di Germanicus.
Il risultato della guerra fu lo spostamento verso oriente del limes Germanicus, che si insinuò come un saliente all’interno della Germania, separando i Catti dai Marcomanni e proteggendo la Retia e il Norico.
Il limes, chiamato Germanico Retico, congiungeva il Reno al Danubio.
Con la vittoria sui Quadi e i Marcomanni Traiano rafforzava il limes Danubiano, quindi dalla foce del Reno al Danubio le frontiere Romane erano saldamente protette contro i Germani. Infatti alla foce del Reno i Batavi erano ormai entrati nell’orbita Romana e con essi subito a Sud i Tencteri, nel territorio dei Catti penetrava il limes Romano e sul Danubio Marcomanni e Quadi erano tornati ad essere clienti dell’Impero.
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