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ARCO DEL VELABRO E PORTA DEGLI ARGENTARI
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Arco del Velabro -
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Accanto alla chiesa di San Giorgio al Velabro sorge l’Arco detto impropriamente di Giano, da Ianua cioè porta, che probabilmente è l’Arco del Divo Costantino, e poiché a Costantino il Grande era stato dedicato il famoso arco vicino al Colosseo, il Costantino qui richiamato, doveva essere il figlio, Costantino II.
Su ogni lato dell’arco quadriportico vediamo una serie di 12 nicchie, per un totale di 48, che in origine ospitavano delle statue andate perdute.
Arco del Velabro -
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Le nicchie |
Nel medioevo, al tempo dei conflitti tra i nobili romani, l’arco fu fortificato dai Frangipane, che avevano fortificato anche il Colosseo e l’Arco di Tito. Accadde così che nel 1800, quando le sovrastrutture medioevali furono demolite, per errore fu demolito anche il coronamento dell’arco, dal quale provengono numerose iscrizioni murate nel portico di San Giorgio al Velabro.
Appoggiata alla chiesa di San Giorgio al Velabro si trova la Porta degli Argentari, che costituiva uno degli ingressi alla Piazza del Foro Boario.
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Porta degli Argentari -
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La porta fu eretta nel 204 d.C. dai banchieri (gli argentari), e dai mercanti del Foro Boario e dedicata all’Imperatore Settimio Severo, alla moglie Giulia Domna e ai figli Caracalla e Geta, ma quando Geta fu ucciso nel 214 dal fratello Caracalla, il suo ritratto fu cancellato dall’arco.
Così oggi nei rilevi all’interno della porta sopravvivono, a destra Settimio Severo e Giulia Domna, ritratti all’atto di compiere un sacrificio, e a sinistra Caracalla.
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Caracalla |
Settimio Severo e Giulia Domna |
La decorazione della porta è di straordinaria raffinatezza e ricchezza, come si conveniva ai banchieri committenti.
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La decorazione della porta |
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