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BASILICA EMILIA
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Basilica Emilia - clicca per ingrandire |
La Basilica Emilia delle basiliche di età repubblicana è l’unica sopravvissuta; era stata fondata dai censori del 179 a. C. Marco Emilio Lepido (patrizio) e Marco Fulvio Nobiliore (plebeo), ma poiché la gens Emilia fino al tempo dell’imperatore Tiberio si prese cura della basilica, questa prese il loro nome, anche se ciò che oggi vediamo è il frutto dei restauri di epoca imperiale.
È possibile datare al V secolo l’ultimo restauro, poiché le monete, conservate nella basilica, si fusero nel pavimento dopo un incendio, probabilmente appiccato da Alarico, re dei Visigoti, quando nel 410 mise a sacco Roma. Il nuovo pavimento fu messo in opera coprendo il precedente.
Gli edifici “tipo basiliche” furono introdotti a Roma dopo la seconda guerra punica, quindi a partire dal 200 a. C. ed erano destinati sia all’attività giudiziaria che a quella finanziaria-commerciale. In altri termini la basilica era un edificio civile multi-funzionale, che doveva offrire ampi spazi coperti.
Per ottenere lo scopo file di colonne o pilastri, che dividevano l’edificio in navate, sostenevano le coperture. Per assicurare un buona illuminazione di solito nella navata centrale, più alta delle navate laterali, erano aperte grandi finestre.
A differenza delle basiliche cristiane, gli ingressi alle basiliche romane erano aperti nei lati lunghi, mentre in epoca imperiale i lati corti erano absidati.
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Basilica Emilia, ingresso - clicca per ingrandire |
Verso la piazza del Foro la facciata della basilica era costituita da sedici arcate su due ordini (piani); dopo l’incendio del 410, le arcate furono sostituite da colonne, che tuttora vediamo numerose a terra, salvo 3 colonne di granito, su basi di marmo bianco, che sono state rialzate.
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Basilica Emilia, le colonne - clicca per ingrandire |
Sul lato est, accanto all’ingresso al Foro da via dei Fori Imperiali, è stata collocata una parte del calco del fregio della trabeazione (l’originale si trova nel Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo), che mostra scene della fondazione di Roma. Probabilmente il fregio si deve al restauro voluto da Giulio Cesare.
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Basilica Emilia, calco del fregio della trabeazione - clicca per ingrandire |
Come abbiamo ricordato la basilica fu eretta dalla gens Emilia e dalla gens Fulvia; quest'ultima, per quanto di origine plebea, apparteneva alla “nobilitas”, poiché numerosi membri della famiglia, quali consoli, proconsoli, pretori e propretori, avevano esercitato cariche che comportavano il comando. Esisteva dunque a Roma una aristocrazia patrizia ed una nobiltà plebea.
Tra le personalità della gens Fulvia, merita di essere ricordata Fulvia Pia, moglie di un principe berbero e madre dell'imperatore Settimo Severo, che regnò dal 193 al 211 d. C.
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