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PIAZZA DEL POPOLO

Piazza del Popolo
Piazza del Popolo - clicca per ingrandire

Prima di assumere la forma attuale Piazza del Popolo aveva una pianta trapezoidale con la base maggiore verso via del Corso, mentre al centro della piazza si trovava l'obelisco, di età augustea, fatto rialzare da Papa Sisto V, attorno al 1587.

Fu Giovanni Valadier nei primi anni del 1800 a ridisegnarla trasformando il trapezio in un’ellisse con due esedre, nelle quali collocò due fontane: quella della Dea Roma verso il Pincio e quella del Nettuno verso il Tevere, mentre al centro della piazza rimosse la fontana di Giacomo Della Porta sostituendola con quella con i quattro leoni che oggi vediamo.
Valadier completò il suo intervento collegando la Piazza al Pincio, con una comoda strada carrozzabile, lungo la quale, alle spalle della fontana della Dea Roma, pose un’altra fontana.
Infine sotto alla balaustra del Pincio costruì una struttura con nicchie che sostiene la terrazza.

Grazie all'intervento di Valadier la piazza assunse un aspetto neoclassico, nel quale si inserisce la rinascimentale porta del Popolo, restaurata successivamente da Bernini e la chiesa di Santa Maria del Popolo, mentre di fronte alla porta, all’altro estremo della piazza, le due chiese barocche, che i romani chiamano gemelle, fungono da ingresso trionfale alla via del Corso, il tratto urbano dell'antica via Flaminia.
La piazza attuale si è quindi venuta a formare in epoche diverse, da quella rinascimentale, a quella barocca, a quella neoclassica.
Piazza del Popolo riceveva dai papi tante attenzioni perché i pellegrini che affluivano a Roma da nord entravano in città radunandosi nella piazza.

Porta del Popolo
Porta del Popolo, - clicca per ingrandire

Tra le tante riforme introdotte da Augusto ci fu quella delle province, che furono distinte in province senatoriali e province imperiali. Il governatore delle province imperiali era nominato direttamente dall’imperatore. Le province imperiali furono istituite perché di rilevante importanza per l’economia dell’impero e soprattutto per la necessità di presidiarle con unità legionarie. Va da se che in questo modo l’imperatore aveva il pieno controllo dell’esercito romano.

L’Egitto divenne una provincia imperiale e contestualmente divennero di moda obelischi e piramidi.
L’obelisco Flaminio di piazza del Popolo alto 24 metri, risale all’epoca del faraone Ramesse II, cioè al XIII secolo a. C.
Fu portato a Roma per volere di Augusto e collocato nella spina del Circo Massimo.
Ma anche le piramidi, quali monumenti funerari di nuovo tipo, ebbero il loro momento di celebrità, oltre alla sopravvissuta Piramide Cestia, sempre di epoca augustea, sappiamo dell’esistenza della piramide vaticana, demolita nel 1499, mentre sotto alle due chiese gemelle di piazza del Popolo sono state trovate le fondamenta di altrettante piramidi, che poste all’inizio della via Lata, il tratto urbano della via Flaminia, costituivano l’ingresso monumentale alla capitale dell’impero.

Purtroppo a tutt’oggi non sappiamo chi fosse sepolto in queste due piramidi, ma data la collocazione è logico pensare che fossero personaggi legati alla famiglia imperiale.   Del resto la chiesa di Santa Maria del Popolo fu costruita sul sepolcro dei Domizi Enobarbi (=barba rossa) e Lucio Domizio Enobarbo era parente stretto di Augusto, senza dimenticare che il padre di Nerone era un Domizio Enobarbo e l’urna funeraria con le ceneri di Nerone per quasi mille anni fu custodita nella tomba di famiglia.

Insomma in Piazza del Popolo c’erano i monumenti funebri di personaggi celebri e potenti.  

 

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