SUN AN’ SOUL - DREAM AN’ ROME
SANT’AGOSTINO
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Sant’Agostino - clicca per ingrandire |
La facciata della rinascimentale chiesa di Sant’Agostino si deve a Giacomo da Pietrasanta, che per costruirla utilizzò il travertino del Colosseo.
L'interno è a tre navate.
Appena entrati vediamo la veneratissima Vergine del Parto.
La scultura, del 1516, è di Jacopo Tatti, che in onore del suo maestro Andrea Sansovino si fece Sansovino e appunto è noto come Jacopo Sansovino.
Sul terzo pilastro di sinistra della navata centrale nel 1512 Raffaello ha dipinto il profeta Isaia, probabilmente ispirato ai profeti che nel 1509 Michelangelo aveva affrescato nella cappella Sistina, ma la mano di Raffaello è indimenticabile. Al di sotto, sullo stesso pilastro, Andrea Sansovino, tra il 1510 e il 1512 ha scolpito uno dei suoi capolavori: la Sacra Famiglia.
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Il profeta Isaia - clicca per ingrandire |
Passando alla navata destra, nel timpano della cappella di San Pietro Pinturicchio e allievi hanno dipinto l'Eterno Padre.
La cappella dei Santi Agostino e Guglielmo, è uno dei capolavori di Lanfranco: entrando a sinistra vediamo “San Guglielmo curato dalla Vergine”: sulla volta l'“Assunzione della Vergine”.
Il monumento funebre del Cardinale Lorenzo Imperiali è opera del grande scultore barocco Domenico Guidi.
La cappella di San Tommaso da Villanova, ricca di marmi pregiati, fu disegnata da Giovanni Maria Baratta (? – 1679).
La scultura sopra l'altare, che raffigura San Tommaso da Villanova e la Carità, di Melchiorre Caffà (1638-1667), per la morte prematura del suo allievo, fu ultimata da un altro grande scultore barocco: Ercole Ferrata (1610-1686). Nella spezzatura del timpano il Dio Padre è ancora di Ercole Ferrata.
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San Tommaso da Villanova e la Carità - clicca per ingrandire |
Dio Padre - clicca per ingrandire |
Nella prima cappella della navata sinistra la Madonna di Loreto o Madonna dei Pellegrini è uno dei massimi capolavori di Caravaggio (1573-1610). L’estremo realismo della rappresentazione a suo tempo suscitò scandalo, mentre oggi restiamo colpiti dall’intensità della Fede che traspare dal volto dei Pellegrini ed allo stesso tempo è chiaro che Caravaggio parla al cuore della Chiesa dei Poveri.
La modella della Madonna dei Pellegrini fu Lena, che posò per Caravaggio anche per la Madonna dei Palafrenieri, nonostante Lena non fosse propriamente di integerrimi costumi la cosa non scandalizzò e neppure scandalizzò il Bambinello, figlio di Lena, che per avere 3 anni proprio neonato non era. Come riporta nelle sue biografie dei pittori romani quel benpensante di Giovanni Baglione ciò che scandalizzò, parole di Baglione: “Nella prima cappella della chiesa di Sant’Agostino alla man manca, fece (Caravaggio), una Madonna di Loreto ritratta dal naturale con due pellegrini, uno co’ piedi fangosi e l’altra con una cuffia sdrucita e sudicia; e per queste leggierezze in riguardo delle parti che una gran pittura aver dee, da’ popolani ne fu fatto estremo schiamazzo”.
Aggiungiamo noi che Baglione odiava Caravaggio.
La genesi della Madonna dei Pellegrini fu drammatica perché Caravaggio geloso di Lena sfidò a duello un suo pretendente e lo lasciò mezzo morto sugli scalini della chiesa di Sant’Agostino.
I Frati per salvarlo lo accolsero nel loro convento e Caravaggio si sdebitò regalando loro questo capolavoro.
La Vergine del Parto, che richiama tanti fedeli, secondo la tradizione sarebbe stata realizzata da Jacopo Sansovino ritoccando una statua romana di Agrippina con Nerone in braccio.
La Madonna è stata ed è oggetto di straordinaria venerazione, al punto che il suo piede sinistro è stato consumato dai baci dei fedeli e una gran quantità di ex voto circondano la statua.
Ma tanta devozione ispirò al Belli uno dei suoi più aspri sonetti contro la superstizione popolare:
LA MADONNA TANTA MIRACOROSA
Oggi, a fforza de gommiti e de spinte, |
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Ho ppotuto accostamme ar botteghino |
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De la Madonna de Sant’Agustino, |
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Quella ch’Iddio je le dà ttutte vinte. |
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Tra du’ spajère de grazzie dipinte |
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Se ne sta a ssede co Gesù bambino, |
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Co li su bravi orologgi ar borsellino, |
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E catene, e scioccaje, e anelli e cinte. |
scioccaje=pendenti |
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De brillanti e de perle, eh cià l’apparto;
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Tiè vezzi, tiè smanijii, e tiè collana: |
smaniji=braccialetti |
E de diademi ce n’ha er terzo e r’ quarto. |
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Insomma, accussì ricca e accussì ciana,
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ciana=vana |
Quella povera Vergine der Parto |
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Nun è più una Madonna: è una puttana. |
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Roma, 2 febbraio 1833 |
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