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TEMPIO DEI DIOSCURI

Tempio dei Dioscuri
Tempio dei Dioscuri - clicca per ingrandire

Il Tempio dei Dioscuri, (i due gemelli Castore e Polluce) si innalza su un alto podio, del quale si è conservata la parte di riempimento in cementizio, mentre i blocchi di tufo e di marmo nel corso dei secoli sono stati prelevati e reimpiegati; tra l’altro uno dei blocchi di marmo fu convertito nella base della statua equestre di Marco Aurelio in Campidoglio.

Il tempio è stato più volte restaurato: l’ultimo restauro, successivo all’incendio del 12 d. C. si deve all’imperatore Tiberio. E del restauro tiberiano sono sopravvissute 3 colonne corinzie che sostengono un pezzo della trabeazione, della quale si è ben conservato un pezzo della cornice e i gocciolatoi del tetto.
Il tempio fu utilizzato come sede del Senato, come sede di tribunali e in alcuni ambienti si conservavano i pesi e le misure ufficiali dello stato romano.

Tempio dei Dioscuri - colonne corinzie e trabeazione Tempio dei Dioscuri - colonne corinzie e trabeazione
Tempio dei Dioscuri, colonne corinzie e trabeazione - clicca per ingrandire

Il culto di Castore e Polluce, i gemelli noti anche come i Dioscuri, fu introdotto a Roma nel V secolo. Secondo il mito i Dioscuri avevano guidato i romani alla vittoria nella battaglia contro i latini, famosa nell’antichità, combattuta in prossimità del lago Regillo.

Accanto al Tempio si trova la Fonte di Giuturna dove secondo la leggenda i Dioscuri fecero abbeverare i loro cavalli. A ricordare questo episodio fu costruita la fontana, con un basamento centrale che sosteneva le statue di Castore e Polluce con i loro cavalli (conservate nel Tempio di Romolo). Della fontana oggi vediamo nella vasca un altare con raffigurati i Dioscuri.

Ai Dioscuri furono dedicate famose statue come quelle che oggi vediamo in Campidoglio e nella piazza del Quirinale.

Statue dei Dioscuri nella piazza del Quirinale Statue dei Dioscuri nella piazza del Quirinale
Statue dei Dioscuri nella piazza del Quirinale - clicca per ingrandire

Il culto dei Dioscuri era nato a Sparta per diffondersi poi nella Magna Grecia e probabilmente da Taranto arrivò a Roma. Secondo il mito erano figli di Zeus e di Leda e nel mondo greco erano considerati protettori degli aristocratici. Considerata la facilità con la quale un culto straniero fu accettato a Roma, è plausibile che sia stato vivamente caldeggiato dai patrizi. 

La battaglia del lago Regillo, tra i romani e i latini, fu combattuta in un periodo compreso tra il 499 ed il 496 a.C.
Come gran parte degli avvenimenti dell’età arcaica è arduo distinguere la realtà dalla leggenda. Tito Livio enfatizza la vittoria dei romani, condendola di nobili esempi, ma Livio visse più di quattro secoli dopo gli avvenimenti, quindi si rifà a fonti antiche che gli storici definirebbero non fededegne, cioè inattendibili.

Viceversa appare plausibile che una parte dei latini (non tutti), volesse opporsi all’espansionismo romano e, facendo capo a Tusculum, trenta città costituirono la lega latina.
Il fatto che nel 493 Roma, con il Foedus Cassianum voluto dal console Spurio Cassio Vecellino, stabilì un equo accordo con i latini, lascia intendere che la battaglia fu vinta dai romani, ma non stravinta.

Comunque l’equo trattato ha una importanza politica di enorme rilievo perché consentì ai romani di attirare nella propria orbita un sempre maggiore numero di popolazioni: la stessa Tusculum divenne una delle città più fedeli a Roma, anche nei momenti più drammatici per l’Urbe. 

 

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