SANTA MARIA DEL POPOLO
Dove oggi vediamo la chiesa di Santa Maria del Popolo un tempo sorgeva il sepolcro dei Domizi Enobarbi (=barba rossa).
Erano i Domizi una gens Romana di origine plebea, il cui esponente più famoso fu Nerone, che in realtà si chiamava Lucio Domizio Enobarbo.
Nel sepolcro in un’urna di porfido erano custodite le ceneri di colui che la Chiesa, memore delle persecuzioni subite dai cristiani, definì l’anticristo.
La presenza delle ceneri di Nerone stimolò fantastiche leggende, si diceva che il fantasma di Nerone la notte si aggirasse nei paraggi in attesa della reincarnazione, si aggiungeva che i corvi che volteggiavano attorno al sepolcro fossero demoni, anch’essi in attesa della reincarnazione di Nerone.
Tuttavia ad onta delle superstizioni il 9 giugno di ogni anno nella ricorrenza della sua morte i romani erano usi recarsi in pellegrinaggio presso il sepolcro dei Domizi. La cosa andò avanti per mille anni ed oltre, finchè nel 1099 Papa Pasquale II fece abbattere il mausoleo e al suo posto venne eretta una cappella.
Sembra che i romani non abbiano apprezzato la profanazione del sepolcro, perciò per evitare che il malcontento dilagasse, fu detto che le ceneri di Nerone erano state trasferite sulla via Cassia, nella località che tuttora si chiama tomba di Nerone, ma che in realtà con Nerone non ha nulla a che fare.
La piccola cappella di Pasquale II, fu ingrandita da Papa Gregorio IX nel 1227, ma il suo attuale aspetto rinascimentale si deve ad Andrea Bregno che su incarico di Papa Sisto IV la ricostruì iniziando il lavori nel 1472 per terminarli nel 1477.
Porta del Popolo
La chiesa sorgendo accanto alla Porta del Popolo aveva una grande importanza perché da questa porta entravano in Roma i pellegrini che venivano dal Nord.
Nel corso dei secoli l’interno della chiesa ha visto, tra gli altri, gli interventi di Bramante, Raffaello e del Bernini.
Per visitare la chiesa vi consigliamo di utilizzare la pianta sensibile sotto riportata.
|