CHIOSTRO
Dalla stanza dei Papi si accede al chiostro. Le pareti e le volte del chiostro sono affrescate da pittori del 17 secolo, quali Lelli, il Bastaro, Valesio, Ruggeri e Nappi.
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Tuttavia questo chiostro è famoso non tanto per le opere d’arte quanto per il processo a Galileo.
Il processo e la condanna di Galileo causarono profondi dissidi nell’ambito della Chiesa, che si protrassero a lungo nel corso del tempo.
Ricordiamo a puro titolo d’esempio le parole di frà Paolo Sarpi:
” Verrà il giorno, e ne sono quasi certo, che gli uomini, da studi resi migliori, deploreranno la disgrazia di Galileo e l'ingiustizia resa a sì grande uomo.“
Ma alla disputa teologica se ne aggiungeva un’altra ben più insidiosa, infatti allora la Chiesa era divisa tra il partito filo francese, sostenuto da Papa Urbano VIII Barberini (1568 – 1644), e il partito filo spagnolo, il cui maggior esponente era il cardinale Gaspare Borgia (1580 – 1645), vicerè di Napoli.
Il processo a Galileo divenne così il pretesto per regolare il conflitto tra le due fazioni e per sua disgrazia Galileo era osteggiato dal partito filo francese.
Certo è che tre giudici su dieci rifiutarono di firmare la condanna a Galileo, tra questi il Grande Inquisitore, il gesuita cardinale Gaspare Borgia.
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