BACICCIA
Giovan Battista Gaulli (Genova 1639 – Roma 1709), poiché secondo l’uso genovese Giovan Battista diventa Baciccia è noto come il Baciccia, ma visto che ai romani Baciccia sembrava nome femminile, lo ribattezzarono Baciccio.
Morti di peste i genitori, a diciott’anni lasciò Genova per Roma e si fece romano, qui conobbe Gian Lorenzo Bernini, grazie al quale fu chiamato a dipingere i pennacchi di Sant’Agnese in Agone e sempre il Bernini lo presentò ai Gesuiti che misero nelle sue mani la chiesa del Gesù.
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I pennacchi di Sant’Agnese in Agone -
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Qui infatti il Baciccia dipinse il catino absidale, il sottarco del presbiterio, la cupola con i pennacchi.
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La cupola della chiesa del Gesù |
E ancora, la volta della cappella di Sant’Ignazio e la volta della navata con l’indimenticabile “Trionfo del Nome di Gesù”, opera che riesce a fondere fantasia, plasticità, illusionismo, rappresentando l’apice della pittura barocca.
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La volta della cappella di Sant’Ignazio -
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I gesuiti e Bernini lo chiamarono ancora a Sant’Andrea al Quirinale dove dipinse la cappella dedicata a San Francesco Saverio, mentre nella chiesa di San Francesco a Ripa, sempre in coppia con Bernini, che scolpì la famosa Beata Ludovica Albertoni, dipinse la Madonna col Bambino e Sant’Anna.
A Santa Maria sopra Minerva, la chiesa dei Domenicani, nella cappella Caffarelli vediamo il suo San Luigi Bertrand.
Una delle sue ultime opere è il “Trionfo dell’ordine dei Francescani”, affrescato nella volta dei Santissimi Apostoli.
Sempre a Roma nella Galleria di Palazzo Corsini sono esposti il ritratto di Papa Clemente IX Corsini, quello del nipote il Cardinale Neri Corsini e il “Riposo durante la fuga in Egitto”, nella Galleria Spada Cristo e la Samaritana e nel museo di Roma a Palazzo Braschi il “Ritratto del Cardinale Ginnetti”.
Baciccia fu anche un grande ritrattista e naturalmente tra i suoi soggetti non poteva mancare l’amico Bernini.
Le sue opere sono esposte nei maggiori muse del mondo dagli Uffizi, al Louvre, alla National Gallery di Londra.
Nella Galleria di Palazzo Barberini possiamo vedere una straordinaria Pietà, nella quale Baciccia impegna tutti i suoi talenti, esaltati dal contrasto tra il pallore del corpo di Cristo e il livido colore del cielo.
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