| PER SAPERNE DI PIÙ - II CAMPAGNA DACICAL’esito della I campagna dacica non  scoraggiò Decebalo che ingaggiò nuovamente i Bastarni ed i Roxolani e tentò di  assoldare anche gli Iazigi, che peraltro memori delle recenti sconfitte  inflitte loro da Traiano rifiutarono l’offerta. La I campagna aveva fatto  capire a Decebalo che lo scontro con Traiano era impari, poiché l’imperatore  romano era a capo di un esercito che sotto le sue stesse insegne aveva  vittoriosamente combattuto contro i Quadi, i Marcomanni e gli Iazigi,  fortissimi popoli, sconfiggendoli definitivamente nel 98, mentre l’esercito di  Decebalo, per quanto valorosi e numerosi fossero i daci, non combatteva dal 88.  Proprio il dubbio sulla preparazione del proprio esercito induceva Decebalo a  cercare ovunque alleati. Con le numerose forze che era riuscito a mettere in  campo nell’inverno del 102 Decebalo, lanciò all’attacco della Mesia inferiore un  esercito composto dalla fanteria dacica al comando di Rosiedano e dalla  cavalleria dei roxolani. 
 Ma Manio Liberio Massimo governatore  della Mesia Inferiore, non si fece cogliere di sorpresa, mentre le intense  nevicate rendevano difficoltosa l’avanzata di Rosiedano. Afflitti dal gelo  tremendo dovendo dormire sotto le tende, molti Daci caddero ammalati.I Roxolani visto che Liberio restava  entro gli accampamenti, si avventurarono all’interno della Mesia Inferiore,  facendo razzie. Ma anch’essi si trovarono in non poche difficoltà poiché nella  presente stagione i pascoli erano sterili e sempre più arduo era per essi  nutrire la grande moltitudine di cavalli e di bestie da soma.
 
 Traiano frattanto ordinò a Liberio di  non lasciare le fortificazioni ed aspettare il suo arrivo.
 I roxolani tentarono di attaccare le  fortificazioni romane difese da Liberio, ma respinti, secondo il loro costume  si accamparono senza alcuna precauzione nelle vicinanze. Intanto sopraggiunse  Traiano con la cavalleria e senza indugiare attaccò l’impreparatissimo nemico.
 Sconfitti i roxolani i romani  attaccarono l’esercito dei daci, che pur essendo non lontani erano ignari di  tutto e soprattutto dell’arrivo di Traiano, che immediatamente li attaccò e li  sconfisse. I daci superstiti furono messi in fuga, molti i prigionieri.
 
 Decebalo nel tentativo di fermare  l’esercito romano, lanciò una controffensiva, ma i romani potevano mettere in  campo oltre 200 carrobaliste, con le quali bombardarono i daci, per passare poi  al corpo a corpo e annientare la loro resistenza.
 I capi delle popolazioni daciche  stanziate nelle pianure prossime alla Mesia Inferiore, si sentirono traditi da  Decebalo, che, mentre aveva promesso di intervenire in forze in loro difesa,  era rimasto sui monti Orastie. Inoltre Traiano volendo isolare Decebalo si  mostrò nei loro confronti estremamente generoso.
 Il tentativo di Decebalo di sorprendere  Traiano si risolse in un fallimento, grazie anche alla prontezza del  governatore della Mesia Inferiore, Manio Liberio Massimo. A posteriori possiamo  dire che Decebalo sbagliò la strategia nella prima campagna costringendo la  cavalleria dei mercenari a combattere in condizioni sfavorevoli e sbagliò i  tempi nella seconda campagna. Infatti per cogliere di sorpresa i romani lanciò  all’attacco le proprie truppe nel pieno di un gelido inverno, causando grandi  sofferenze all’esercito dacico e grandi difficoltà ai cavalieri roxolani, visto  che d’inverno i pascoli sono sterili e i 10 mila roxolani portavano con se non  meno di 20 mila cavalli, oltre alle bestie da soma che trascinavano i loro  carri. Come conseguenza i roxolani non avendo trovato impreparati i romani,  invece di una rapida vittoria dovettero assediare le munitissime fortezze  romane, finché per la mancanza di biade furono costretti a rimandare a casa  parte della cavalleria. Se a ciò si aggiunge l’indisciplina di queste popolazioni  nomadi, la vittoria fu servita ai romani su un piatto d’argento. A questo punto Decebalo aveva esaurito le sue carte: non gli restava che  attendere, trincerato sui monti Orastie, le mosse di Traiano.   back |