PANTHEON
La costruzione del Pantheon fu completata nel 27 a.C. da Agrippa, genero di Augusto.
Originariamente il tempio aveva forma rettangolare.
Sembra che l'entrata del Pantheon augusteo fosse sul lato opposto alla odierna facciata.
Del santuario dell'età di Agrippa rimangono solo pochi resti. La sua iscrizione venne riutilizzata sull'architrave della fronte del pronao del tempio dell'età di Adriano.
Il Pantheon rettangolare di Agrippa venne restaurato da Domiziano in seguito ad un incendio scoppiato nell'80 d.C.
Fino alla fine dell' 800 tutti gli studiosi restarono convinti che la forma originaria del Pantheon fosse quella attuale. La scoperta dell'esistenza precedente di un Pantheon rettangolare si deve al giovane architetto francese Georges Chedanne, che dimostrò come si debba ad Adriano la riprogettazione dell’intero edificio, con la sua straordinaria cupola, dal diametro di più di 43 metri, la più grande mai costruita in muratura, originariamente ricoperta di tegole in bronzo dorato.
Il Pantheon adrianeo, quello che vediamo oggi, non solo è diverso nella forma, ma anche nelle dimensioni da quello augusteo. Di fatti quello che attualmente è il lato posteriore inglobò un preesistente tempio dedicato a Nettuno, come si può tuttora vedere dalle decorazioni marmoree.
Nel 611 il Tempio venne offerto in dono dall'imperatore d'Oriente Foca, a Papa Bonifacio IV, che lo trasformò in una chiesa a cui diede il nome di "Santa Maria ad Martyres".
L'intervento più famoso operato sul tempio risale a Papa Urbano VIII Barberini; su suo incarico, Gian Lorenzo Bernini progettò e costruì, al di sopra del timpano del pronao, due campanili, che i romani chiamarono "orecchie d'asino".
Alla fine, nel 1883, i campanili berniniani oggetto di tante critiche vennero abbattuti.
L’edificio che vediamo oggi risulta dalla fusione di due forme complesse: il portico con le sue ventiquattro colonne disposte su tre file e l’aula circolare.
Quanto alla cupola, gli elementi che costituiscono la muratura della calotta si vanno alleggerendo a mano a mano che si sale verso l'alto, tanto che nella parte superiore sono stati utilizzati lapilli vulcanici. L’interno è costituito da cinque ordini di cassettoni concentrici. Al centro della cupola si apre un occhio di nove metri, che è l'unica fonte di illuminazione.
Attraverso di esso, il 21 giugno alle 12 precise, passa un raggio di luce che cade esattamente al centro del portale d’accesso.
Il pavimento, se non per qualche ritocco, è quello originale adrianeo.
La costruzione della gigantesca calotta è circondata da un'alone di leggenda: si raccontava che i romani avessero fatto ricorso, per sostenerla durante i lavori, non alle usuali centine ma ad un monte di terra, che il popolo avrebbe poi rapidamente sgombrato scavando alla ricerca di un tesoro, che si diceva celato al suo interno. In realtà la cupola fu gettata su una gigantesca cassaforma di legno sostenuta da una foresta di "candele", cioè fasci di pali strettamente connessi fra loro.
Il Pantheon ospita oggi i sepolcri di artisti e di due re d'Italia. La tomba più famosa è quella di Raffaello Sanzio, che vi ha trovato collocazione insieme a quelle di altri artisti come Annibale Carracci e Baldassarre Peruzzi.
In una delle nicchie possiamo ammirare una splendida Annunciazione di Melozzo da Forlì.
Uscendo vale la pena di esplorare i due lati del Pantheon, in particolare nel lato ovest possiamo vedere i resti delle decorazioni marmoree ed intuire come dovesse essere l’originale.
La piazza della “Rotonda” è sempre animatissima, punto di raccolta per avere una buona vista della facciata del Pantheon è la fontana fatta costruire da Papa Alessandro XI.
Sugli edifici che affacciano sulla piazza leggiamo varie iscrizioni.
Da notare un palazzo, per la sua tinta celeste, che sembra fosse un colore molto in voga nella Roma ottocentesca.
Infine per godere della vista della cupola nel contesto del centro storico di Roma, non c’è cosa migliore che fare una passeggiata sul Gianicolo.
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