AGOSTINO CHIGI
Agostino Chigi, senese, affidò la progettazione della Villa al promettente senese Baldassarre Peruzzi.
Quest’opera doveva rappresentare la consacrazione di Agostino Chigi come mecenate e, perchè no, anche come uomo più ricco di Roma.
Agostino Chigi, mandato a Roma dal Padre nel 1487, entrò nelle grazie di Papa Alessandro VI Borgia, diventando il banchiere del Papa.
Sarà un caso ma l'unico Papa Chigi volle chiamarsi Alessandro e fu il VII.
I rapporti di Agostino con i Papi che si successero sul soglio di Pietro, Giulio II, Leone X, furono sempre eccellenti e la sua fortuna continuò a prosperare.
Nella sua attività di banchiere non si limitò all'ambito romano, tra gli altri finanziò Guidobaldo da Montefeltro, Piero dè Medici ed anche il re di Francia Carlo VIII.
Va detto che a differenza dei banchieri dei nostri tempi i suoi crediti furono tutti “esigibili”.
Come mai viene da chiedersi i grandi della terra furono così solleciti con Agostino Chigi?
Il fatto è che Agostino non si limitava alla finanza, fu anche armatore e imprenditore, in tal modo spesso scambiava crediti con concessioni.
Valga per tutte la questione dell'allume, che per essere un minerale che impedisce la putrefazione delle materie di origine animale era fondamentale nell'industria del pellame.
Le miniere di allume si trovavano nei pressi di Costantinopoli, ma quando nel 1453 cadde in mano islamica, l'Occidente restò all'improvviso sprovvisto del prezioso bene.
Fu allora che si scoprirono nelle vicinanze di Roma, in quella località che non a caso fu chiamata Allumiere, grandi miniere di allume.
Per prima cosa i Papi requisirono le miniere, successivamente Alessandro VI Borgia, a compenso dei finanziamenti ricevuti da Cesare Borgia il “Valentino”, concesse ad Agostino Chigi la gestione delle miniere di allume, in parole povere Agostino divenne il monopolista dell'allume per tutta Europa.
Agostino fu anche un grande mecenate, uno dei maggiori del Rinascimento.
La Villa della Farnesina ne è la prova, ma non dobbiamo dimenticare la Cappella Chigi a Santa Maria della Pace e l'altra Cappella Chigi a Santa Maria del Popolo.
Il suo artista preferito fu Raffaello, al quale spesso affiancò Sebastiano del Piombo, che pur essendo amico di Michelangelo evitò di scontrarsi con Raffaello.
La Villa della Farnesina doveva essere un luogo di delizie, nel quale Agostino offriva ai suoi ospiti fantastici banchetti in ambienti unici al mondo.
I giardini della Villa erano splendidi, tanto che nell'affrescare la loggia di Psiche, che allora costituiva l'ingresso principale e non era protetta da vetrate, Raffaello disegnò nella volta quei festoni di fiori e frutta che Giovanni da Udine affrescò e che sembravano un prolungamento dei giardini, che digradavano fino al Tevere, dove sempre Raffaello aveva creato un padiglione destinato ai banchetti estivi, che sciaguratamente in occasione della canalizzazione del Tevere fu abbattuto.
La vita sentimentale di Agostino fu complicata, da un lato conviveva con Francesca Ordeaschi, che le cronache dell'epoca definiscono cortigiana, d'altro canto l’ambizione lo spingeva a concludere un matrimonio prestigioso.
Allo scopo aveva puntato Margherita Gonzaga, che però si mostrava renitente.
Finì che sposò l'Ordeaschi, a mò di consolazione Papa Leone X celebrò le nozze, insomma un Papa privo di pregiudizi.
Nella villa la sala detta di Alessandro era la stanza nuziale di Agostino, ma quando il Sodoma, vercellese di nascita, ma senese d'adozione, l'affrescò a chi pensava Agostino, alla Gonzaga o alla Ordeaschi?
Come abbiamo detto nel 1580 Alessandro Farnese acquistò la villa, che trovandosi di fronte a Palazzo Farnese suggerì al cardinale l'idea di unire i due palazzi con un ponte sul Tevere, che però non fu mai costruito.
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