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LOGGIA DI GALATEA

Gli ospiti di Agostino Chigi entrati dalla loggia di Psiche da qui potevano passare nella loggia di Galatea, che, rivolta ad est, prospetta sul Tevere, verso il quale digradavano i giardini.

La loggia, progettata da Baldassarre Peruzzi, fu affrescata: da Raffaello, al quale si deve il Trionfo di Galatea; da Sebastiano del Piombo, che dipinse il colossale Polifemo e le lunette sulle pareti ovest, nord e sud, tra le quali Peruzzi dipinse gli amorini alati; allo stesso Peruzzi si devono gli esagoni e le vele sulla volta ribassata, nei quali è rappresentato l’oroscopo di Agostino Chigi.

Sempre a Peruzzi si deve la lunetta con il ritratto di giovane, a lungo erroneamente attribuito a Michelangelo ed ancora a Peruzzi si devono i due grandi affreschi al centro del soffitto.

Gli altri dipinti sono posteriori, furono commissionati attorno al 1650 dal cardinale Girolamo Farnese e rappresentano paesaggi.

 

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