SODOMA
Giovanni Bazzi detto il Sodoma, era nato a Vercelli, ma avendo imparato il mestiere a Siena era considerato senese d'adozione e quindi conterraneo di Agostino Chigi.
Amico di Raffaello fu da questi ritratto al proprio fianco nella celeberrima “Scuola di Atene”.
Il Sodoma era figlio di un calzolaio, ma doveva mostrare una precoce inclinazione per il disegno, visto che a soli tredici anni un nobile vercellese, Francesco dè Tizzoni, lo prese sotto la sua protezione e lo mandò a imparare il mestiere dal pittore vercellese Martino Spannocchi.
Non sappiamo in che anno si trasferì a Siena, dove certo era attivo già nel 1503 e qui assunse il nome di Sodoma.
Perché Sodoma?
Per dirla con il Belli non sembra che “tirasse un tantin ar culiseo”, viceversa Sodoma era una storpiatura toscana dell’intercalare piemontese del nostro, che era solito ripetere “su andoma” vale a dire andiamo.
Fattosi senese fu scoperto da Agostino Chigi che gli commissionò opere a Siena e poi a Roma.
L’affresco “Le Nozze di Alessandro e Rossane” è una delle sue opere migliori, delicata e raffinata appare godere dell’influenza di Leonardo e Raffaello.
Sodoma, artista di straordinaria prolificità, vede critica e pubblico divisi nel giudizio, si passa dal fanatismo estremo alle riserve più severe.
Ma fino a che punto può essere oggettivo il giudizio, quando l’emozione, la commozione sono il frutto della percezione soggettiva?
Nel giardino della Villa della Farnesina un’iscrizione latina risolve la questione:
“Quisquis huc accedis: quod tibi horridum videtur mihi amoenum est; si placet, maneas, si taedet abeas, utrumque gratum”
“Per te che vieni qui, quello che ti sembra brutto per me è bellissimo: se ti piace, resta, se non ti piace vai pure via; comunque grazie”.
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