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SANTA MARIA MAGGIORE

I mosaici di Santa Maria Maggiore, tra i più importanti di Roma, si devono a Papa Sisto III (432 – 440), e otto secoli più tardi all’opera di due grandi artisti Filippo Rusuti e Jacopo Torriti.

Nella facciata la loggia a tre archi del piano superiore custodisce i mosaici di Filippo Rusuti (1255 – 1325), che con Pietro Cavallini (1245 – 1325), e Jacopo Torriti (metà del 1200 – metà del 1300), è stato uno dei grandi interpreti della scuola romana del tredicesimo secolo.

I mosaici sono su due livelli, nel livello superiore, che si ritiene sia il più antico, appare Cristo in trono, affiancato da quattro santi e dalle figurine dei due cardinali Colonna, Giacomo e Pietro. nella sezione inferiore vi sono quattro pannelli che riportano scene della fondazione della antica basilica.

All’interno lungo entrambi i lati della navata e sull’arco trionfale si snodano gli antichi e splendidi mosaici del V secolo, voluti da papa Sisto III.

I mosaici, che rappresentano scene dell’antico testamento hanno per protagonisti Abramo, Giacobbe, Mosè e Giosuè.

L'arco trionfale è formato da quattro fasce: in alto da sinistra l'Annunciazione, in cui Maria è rappresentata vestita come una principessa romana. Il racconto prosegue con l'annuncio a Giuseppe, l'adorazione dei Magi, la strage degli innocenti. In questo riquadro la figura con il manto azzurro che dà le spalle alle altre donne: è Santa Elisabetta con S. Giovanni fra le braccia. A destra la presentazione al Tempio, la fuga in Egitto, l'incontro della Sacra Famiglia con Afrodisio, governatore della città di Sotine. L'ultimo riquadro rappresenta i Magi al cospetto di Erode. Ai piedi dell'arco si vedono a sinistra Gerusalemme e a destra Betlemme.

Questi mosaici si distinguono da tutti gli altri mosaici paleocristiani perché si rifanno senza timore alla classicità romana con un riferimento particolare all’arte traianea. Come mai, ci si è chiesto, all’improvviso la chiesa ha superato la sudditanza verso l’impero?

Il fatto è che nel 410 Alarico mise a sacco Roma, che l’impero non era stato in grado di difendere; toccherà allora al papato, sostituirsi all’impero per garantire la salvezza dell’urbe, come sottolinea la scritta al centro dell’arco trionfale “XISTUS EPISCOPOUS PLEBI DEI”, ovvero “Sisto vescovo del popolo di Dio”, frase che può essere meglio compresa ricordando che Costantino si era attribuito il titolo di vescovo.

L’abside prende luce da 4 finestre ad arco acuto che illuminano lo straordinario mosaico di Jacopo Torriti, realizzato per il giubileo del 1300. Nel catino absidale vediamo il Figlio che incorona la Madre, mentre più in basso appaiono a sinistra San Francesco, San Paolo e San Pietro, davanti ai quali si trova la figuretta inginocchiata di Niccolò IV, il primo papa francescano, a destra vediamo il francescano Sant’Antonio di Padova, San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista, mentre la figuretta in primo piano ritrae il Cardinale Colonna.

Nella parte inferiore del mosaico Torriti ha rappresentato 5 scene della vita di Maria, con al centro la stupenda Dormitio Mariae, ovvero la morte di Maria secondo la tradizione bizantina.

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