PINTURICCHIO, MICHELANGELO, RAFFAELLO E GIULIO ROMANO
Alla morte di Sisto IV della Rovere (1484), con il sostegno di Giuliano della Rovere, il futuro Giulio II, divenne Papa Innocenzo VIII, che in Vaticano aveva fatto dipingere dal grande Mantegna una cappella disgraziatamente demolita nel XVIII secolo.
Fu poi la volta di Alessandro VI Borgia che regnò dal 1492 al 1503. Papa Borgia, nel palazzo apostolico, fece affrescare dal Pinturicchio i suoi spettacolari appartamenti, che da qualche anno sono aperti al pubblico.
Dopo i ventisei giorni del papato di Pio III, con il nome di Giulio II divenne Papa Giuliano della Rovere. Giulio II ordinò a Michelangelo di affrescare la volta della Sistina (1508 -1512) e non sopportando di vivere negli appartamenti dell’odiato Borgia affidò al genio di Raffaello
le sue Stanze.
Raffaello si mise all’opera dalla fine del 1508 fino alla sua immatura morte nel 1520, quando doveva essere ancora affrescata la Sala di Costantino, che fu dipinta sotto la direzione del suo talentuoso aiuto il ventunenne Giulio Romano al quale Raffaello aveva lasciato in eredità la sua “bottega”.
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Pinturicchio
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Il prossimo numero si aprirà nel nome di Agostino Chigi il “Magnifico”, con i suoi protetti: Baldassarre Peruzzi, Giovanni Bazzi il ‘Sodoma’ e Sebastiano del Piombo. Per finire vi mostreremo le opere che nei loro brevi soggiorni ci hanno lasciato: Piero della Francesca, Filippo Lippi, Giorgio Vasari e Palma il Giovane.
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