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PER SAPERNE DI PIÙ: GIULIO ROMANO

La bottega di Raffaello fu a suo modo unica e certo diametralmente opposta a quella di Michelangelo, i cui aiuti erano confinati alla preparazione dei colori e degli intonaci per gli affreschi.

Al contrario Raffaello, delegando agli aiuti parti significative delle opere, ne favorì la crescita artistica, tanto che nella sua bottega svilupparono il proprio talento Giulio Romano, Lorenzo Lotti (il Lorenzetto), Giovanni da Udine, Perin del Vaga, Polidoro da Caravaggio, Giovanni Penni, Guillaume de Marcillat, Alonso Berruguete, Tommaso Vincidor, Vincenzo Tamagni, Raffaellino del Colle. Questi aiuti occasionalmente venivano affiancati da artisti affermati e amici di Raffaello, come il Sodoma e Baldassarre Peruzzi.

La contagiosa empatia di Raffaello, la sua lontananza da ogni invidia, fece sì che nel suo habitat e nella sua bottega, i legami tra gli artisti fossero di forte solidarietà e amicizia, oggi diremmo che quella bottega fu un team affiatatissimo, basti ricordare che Lorenzetto sposò la sorella di Giulio Romano.

Giulio Romano fu pittore e architetto, quale architetto a Roma progettò la Villa Lante e il Palazzo Maccarani Stati, ma la sua opera più famosa è il Palazzo Te, eretto per il signore di Mantova Federico II Gonzaga.

Divenuto ricco e potente costruì per se un palazzo nel centro di Mantova.

Sarebbe dovuto tornare a Roma per diventare primo architetto della fabbrica di San Pietro, ma nel 1546 la morte lo sorprese.

Abbiamo parlato della sua carriera di architetto per rimarcarne l’originalità. La sua vicenda di pittore può essere divisa tra il tempo durante il quale collaborò con Raffaello e quello successivo.

Il periodo raffaellesco è ovviamente determinato dalla personalità del maestro, mentre nel periodo successivo Giulio segue un proprio autonomo percorso, che si caratterizza per il disegno marcato ed una particolare luminosità, che non concede al colore ampi spazi.

 

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