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TRASTEVERE NEI SECOLI

Trastevere è il XIII rione di Roma, mentre nella Roma augustea era la XIV regio (regiones = rioni),  conserva il nome dell’antica regio augustea, che si chiamava infatti Trans Tiberim, per distinguerlo dalle altre regiones, che si trovavano sulla riva sinistra del Tevere.

Il rione per secoli e secoli ha conservato una propria identità marcatamente popolare, con i suoi artigiani e le sue osterie.

Dell’antica Roma visibili restano poche tracce: su via della Lungara la Porta Settimiana, così chiamata in ricordo di Settimio Severo (146 – 211), o di suo figlio Settimio Geta (189 – 211), fratello di Caracalla. Più tardi sotto Niccolò V, il Papa umanista, via della Lungara che congiungeva la Porta settimiana con Porta Santo Spirito e portava quindi in Vaticano, era chiamata via Santa.

Porta Settimiana - clicca per ingrandire

Porta Santo Spirito - clicca per ingrandire

Tornando all’antica Roma, in prossimità degli Orti di Cesare, che il divo Giulio lasciò in eredità al popolo romano, all’altezza del ministero della Pubblica Istruzione, nel 1889 fu scoperto il santuario di Ercules Cubans e in ottime condizioni i ritratti di sette aurighi.

Il porto di Ripa Grande - clicca per ingrandire

Peraltro l’antico Trastevere in epoca imperiale, considerata la vicinanza con il porto di Ripa Grande, fu una delle regioni più densamente abitate, in particolare da artigiani.

Dai culti che venivano praticati, come risulta dalle iscrizioni rinvenute, sappiamo che nella regio si erano istallate consistenti colonie di siriani e di ebrei.

Del resto il più antico cimitero ebraico fu scoperto in prossimità di Porta Portese.  

Oggi persiste suggestivo l’intrico delle viuzze medievali, che avvolgono famose chiese e famosi palazzi, secondo quella caratteristica tutta romana e trasteverina in base alla quale il più popolano dei popolani viveva a stretto contatto con il più nobile dei nobili.

UNA PASSEGGIATA A TRASTEVERE

Per comodità di chi visita Trastevere consigliamo di attraversare il Tevere passando su Ponte Sisto (costruito per il Giubileo del 1475 da Sisto IV della Rovere, il Papa della Cappella Sistina), vi troverete di fronte alla fontana di Paolo V Borghese (1552 – 1621), che come dice l’iscrizione è collegata con il soprastante “Fontanone” dell’Acqua Paola, che in realtà insiste sull’antica “Aqua” Traiana.

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Ponte Sisto

Fontana di
Paolo V Borghese

L’iscrizione della fontana di Paolo V Borghese

Il “Fontanone”
dell’Acqua Paola

Prendendo la strada che costeggia sulla destra la fontana si arriva a Porta Settimiana, passando davanti alla chiesa di San Silvestro e Santa Dorotea.

Andando lungo via della Lungara, fatti cento metri o poco più, sulla destra si incontra l’attuale ingresso alla Villa della Farnesina.

Non si può dire di essere stati a Roma se non si è vista la Villa con gli affreschi di Raffello e aiuti, di Sebastiano del Piombo, di Baldassarre Peruzzi e del Sodoma.

La Villa, che oggi è la sede di rappresentanza dell’Accademia dei Lincei, può essere visitata tutti i giorni feriali dalle 9 alle 14.

Qui vi proponiamo un’accurata visita, sempre ricordando che la nostra intenzione è di stimolare le vostre visite in presenza, nulla può infatti sostituire il rapporto diretto e non mediato tra il visitatore e i capolavori.

Quasi di fronte alla Villa della Farnesina si erge il Palazzo Corsini con i capolavori della sua Galleria, che portano il nome di Caravaggio, Beato Angelico, Filippo Lippi, Andrea del Sarto, Salvator Rosa, Guido Reni, Giovanni Lanfranco, Murillo, Josè de Ribera, Paolo Rubens, Canaletto, Luca Giordano e Baciccia.

Percorrendo via dei Corsini, in fede cento metri o poco più, si arriva all’ingresso dell’Orto Botanico del quale vi offriamo una anteprima.

L’Orto è aperto tutti i giorni feriali dalle 9 alle 18.30.

Ritorniamo a Porta Settimiana, che come abbiamo detto è così chiamata perché Settimio Geta figlio di Settimio Severo aveva in questa zona i suoi Horti.

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Settimio Severo

Aureliano

Peraltro la porta fu costruita, circa 60 anni dopo la morte di Geta, dall’imperatore Aureliano attorno al 270, quando oltre alle mura a sinistra del Tevere  eresse, a protezione di Trastevere, una ulteriore cinta muraria, che da Porta Settimiana, salendo lungo il Gianicolo, arrivava all’attuale Porta San Pancrazio, per scendere poi verso la Porta Portuensis, prossima all’attuale Porta Portese.
Parte di queste Mura sono state inglobate nelle Mura Gianicolensi erette da Papa Urbano VIII nel 1643, il resto fu abbattuto e al posto della Porta Portuensis fu costruita Porta Portese.

 

Santa Maria della Scala
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Tornando alla Porta Settimiana il suo attuale aspetto si deve a Papa Alessandro VI Borgia (1493), e ciò spiega i merli guelfi che si vedono sul suo culmine.

Attraversata la Porta, quasi di fronte a via della Lungara, troviamo via della Scala, che ci porta a piazza della Scala dove sorge la chiesa di Santa Maria della Scala, della quale potete qui vedere una anteprima.

Girellando attorno a Piazza e Via della Scala, passando per Via della Paglia, Piazza Sant’Egidio, Vicolo del Cedro, Vicolo del Leopardo, Vicolo dei Panieri, Via del Mattonato, potete gustare quegli scorci che vi suggeriscono quale fosse l’atmosfera di Trastevere qualche anno or sono.

A Piazza Sant’Egidio si trova il Museo di Roma in Trastevere, che, tra le altre cose espone circa quaranta acquerelli di Roma Sparita, dipinti da Ettore Roesler Franz (1845 – 1907), che ad onta del nome era romano e secondo molti studiosi è tra i più grandi acquerellisti italiani di ogni tempo.

Per arrivare da Piazza Santa Maria della Scala a Piazza Santa Maria in Trastevere ci vogliono, indovinate: cento metri o poco più.

La Piazza è il cuore di Trastevere e la Basilica è uno dei gioielli imperdibili, non solo di Trastevere, ma di Roma e quindi d’Italia, dunque del mondo (così funzionano i processi deduttivi).
Sentiamo dunque l'obbligo di offrirvi un'accurata visita.

Per quanto concerne la visita alla chiesa, alle chiese, ci permettiamo di darvi un paio di consigli: se potete evitate la visita di Domenica, perché durante le Messe è quanto mai inopportuno fare i turisti; in secondo luogo se disponete di un binocolo ricordate di portarvelo.

Da piazza Santa Maria in Trastevere, cento metri o poco più, prendendo Via della Lungaretta arriverete alla Basilica di San Crisogono che si apre su Viale Trastevere. 

Sorpresa! cento metri o poco meno e girando a sinistra si arriva a Piazza Belli, dove si può vedere la statua di Gioachino Belli.

Piazza de’ Mercanti - clicca per ingrandire

Ritornati su Via della Lungaretta, affettata da Viale Trastevere, da qui fino a Piazza in Piscinula e poi fino a Piazza de’ Mercanti, possiamo vedere altri scorci caratteristici di Trastevere in Vicolo della Luce, Via dell’Arco dè Tolmei, Vicolo dei Tabacchi, Via del Porto, così chiamata perché prossima al Porto di Ripa Grande, il maggiore di Roma, al quale arrivavano, risalendo il Tevere, le navi provenienti dal grande Porto di Traiano ad Ostia Antica.

Per aver un’idea delle dimensioni del porto di Ripa Grande, che i Romani chiamavano Emporium, è sufficiente dare un’occhiata al Monte dei Cocci, che sorge sull’altra riva del Tevere, dove in antico c’erano i magazzini (Horrea) del porto, ebbene il Monte dei Cocci era la discarica dei magazzini e i Cocci sono i resti delle anfore usate come contenitori, disposti su strati ordinati. Questo cocci erano chiamati Testae, da qui viene il nome di Testaccio assegnato al rione che sorse attorno agli Horrea.

Piazza dè Mercanti è contigua a Piazza di Santa Cecilia, dove si trova l’indimenticabile Basilica di Santa Cecilia, con la commovente statua di Santa Cecilia, capolavoro di Stefano Maderno, lo straordinario ciborio di Arnolfo di Cambio e il meraviglioso mosaico absidale del IX secolo.

Se, nel complesso di Santa Cecilia, volete vedere il Giudizio Universale di Pietro Cavallini, uno dei più grandi capolavori dell’arte medievale, è bene sapere che le visite sono possibili tutti i giorni feriali dalle 10 alle 12.30.

Santa Maria dell’Orto - clicca per ingrandire

Dalla Piazza di Santa Cecilia prendendo via di San Michele, sulla quale si affaccia l’imponente struttura dell’Antico Ospizio Apostolico del San Michele, e poi via di Santa Maria dell’Orto, diciamo 150 metri o poco più, si arriva alla chiesa di Santa Maria dell’Orto, della quale vi presentiamo l’anteprima.

La zona attorno alla chiesa, per la vicinanza con il Porto di Ripa Grande, fino al 1800 era al centro dei commerci destinati al vettovagliamento di Roma.

I commercianti della zona, riunitisi nella Venerabile Arciconfraternita di Santa Maria dell’Orto, fondarono la omonima chiesa, della quale tuttora hanno cura.

L’Arciconfraternita era costituita da Università, ad evitare equivoci è bene sapere che si chiamavano Università le associazioni di mestiere e di fatto furono gli Ortolani e i Pizzicaroli i soci fondatori, ai quali seguirono: i Fruttaroli, i Sensali, i Molinari, i Vermicellari (oggi diremmo i pastai), i Pollaroli, gli Scarpinelli (calzolai), i Vignaioli e per finire i Giovani di Bottega, ovvero i lavoranti.

Usciti da Santa Maria dell’Orto, procedendo verso destra lungo Via Anicia, cento metri o poco più, eccoci arrivati alla Chiesa di San Francesco a Ripa, con la famosissima Beata Albertoni scolpita da Borromini ed altri capolavori.

Cari amici di cento metri in cento metri, o poco più, e abbiamo fatto qualche chilometro o poco più.

Se invece di entrare in Trastevere, attraversando Ponte Sisto, volete procedere in senso inverso potete passare per l’Isola Tiberina attraverso il Ponte Fabricio e il Ponte Cestio, arrivando a un passo da Piazza in Piscinula.

Buona gita!

 

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