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RAFFAELLO

Raffaello
Raffaello - autoritratto

Raffaello Sanzio (Urbino 1483 - Roma 1520): per non ripetere le solite cose, o scopiazzare altre ben dette, qui parliamo di alcuni aspetti del Raffaello romano meno noti.

In primo luogo la sua bottega. Raffaello, arrivato a Roma che aveva solo 25 anni, fu in breve sopraffatto dalle commissioni. Come conciliare la sua voglia di studiare, sperimentare con una tal massa di lavoro?

Prima di tutto creò una sua bottega e messa la bottega a casa propria, riuscì a portarvi un gran numero di artisti di gran talento: Giulio Romano, Lorenzo Lotti (il Lorenzetto), Giovanni da Udine, Perin del Vaga, Polidoro da Caravaggio, Giovanni Penni, per ricordare solo i più noti.

In secondo luogo organizzò il lavoro in modo sistematico: si partiva dai suoi disegni, si passava poi ai cartoni fatti in collaborazione con gli aiuti e per finire Raffaello riservava a se stesso le parti più rilevanti degli affreschi.

Perciò distinguere la mano di questo o quello degli aiuti è arduo, tanto più che la sua morte improvvisa lasciò incompiute alcune opere, completate dalla bottega.

Le commissioni che all’inizio del periodo romano erano esclusivamente pittoriche, con il passare del tempo, grazie soprattutto all’amico Bramante, si estesero anche all’architettura, in questo caso Raffaello oltre che alla bottega ricorse a quelli che possiamo chiamare collaboratori esterni od occasionali, come Antonio da Sangallo.

Nell’ultimo periodo della sua breve vita divenne Architetto della Basilica di San Pietro, progettò Palazzo Branconio, demolito nel XVII secolo e del quale restano solo i disegni dello stesso Raffaello, progettò la chiesa di Sant’Eligio degli Orefici, oggi sacrificata dalla costruzione degli argini del Tevere  e ancora la famosa Cappella Chigi in Santa Maria del Popolo, villa Madama, Palazzo Jacopo da Brescia, demolito per far spazio alla costruzione di via della Conciliazione, ma del quale restano delle foto d’epoca e Palazzo Alberini.

Palazzo Vidoni, che per lungo tempo fu ritenuto opera sua, oggi viene attribuito ad uno dei suoi allievi, il maggiore indiziato è Lorenzetto, mentre la casina di Raffaello a Villa Borghese con Raffaello non ha nulla a che vedere.

Si è detto che Raffaello dedicava parte del suo tempo allo studio, in particolare dell’antichità classica, in ciò facilitato dall’incarico papale di “custodia e registrazione dei marmi antichi”. Al centro delle sue indagini furono il Pantheon, le Terme di Traiano e la sottostante Domus Aurea, nella quale si racconta che si facesse calare dall’alto per accedere a quegli ambienti, che divenuti sotterranei erano chiamati grotte.

In questo modo studiò gli immaginifici affreschi della Domus Aurea, quelle pitture, all’epoca dette “grottesche”, che lo ispirarono nel disegnare i particolari decorativi delle logge vaticane dipinti dal suo allievo Giovanni da Udine.

Per quanto la sua attività romana sia stata vasta, tuttavia solo due chiese possono mostrare sue opere, a Sant’Agostino possiamo vedere il suo meraviglioso profeta Isaia, e a Santa Maria della Pace le chiacchierate sibille.
Chiacchierate perché Michelangelo accusò Raffaello di averlo spiato mentre affrescava la cappella Sistina e di avere dipinto le sibille copiandolo. Agostino Chigi, banchiere del Papa, aveva commissionato il lavoro a Raffaello, ma quando si trattò di pagare il suo amministratore contestò il prezzo richiesto da Raffaello e chiese una perizia, con ciò pensò di aver fatto una gran furbata, avendo nominato perito, guarda un po’ Michelangelo, ma, colpo di scena, Michelangelo diede ragione a Raffaello e Agostino Chigi mise mano alla borsa.

Raffaello  
La Fornarina  

Parliamo ora della Fornarina uno dei ritratti di Raffaello più celebrati, che ha ispirato storie e romanzi più o meno fantasiosi.
Della Fornarina Raffaello era pazzo, così si dice, tanto che Vasari scrisse che la sua morte fu causata da “eccessi amorosi”.

Ma chi era la Fornarina?

Sembra che il suo nome fosse Margherita Luti figlia di un fornaio (da qui Fornarina), trasteverino, questa identificazione sembra confermata da un documento ritrovato a fine ottocento nel quale si legge "al dì 18 agosto 1520, oggi è stata ricevuta nel nostro conservatorio Madama Margherita vedoa figliuola del quondam Francesco Luti di Siena".

In parole povere vuol dire che la Fornarina poco tempo dopo la morte del suo Raffaello si ritirò in convento.
La Fornarina fu modella di Raffaello per molti dipinti, tra questi forse il più noto è la donna velata di Palazzo Pitti.

A Raffello è stata data sepoltura nel Pantheon.

 

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