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SALA DEL FREGIO

Alla stanza del Fregio si accedeva dalla Loggia di Psiche. Il suo aspetto suggerisce l’idea che fosse lo studio privato di Agostino Chigi.

Il soffitto - clicca per ingrandire

Il fregio, affrescato da Baldassarre Peruzzi attorno al 1508, corre sulla parte superiore delle quattro pareti, per tale motivo non è facile da leggere, quindi sarebbe utile munirsi di un binocolo, o in alternativa fotografarlo utilizzando lo zoom e goderselo a casa.

A tal proposito è bene sapere che è possibile fotografare gli affreschi della Villa, purchè non si usi il flash.

Il fregio, di grande raffinatezza, mostra sulla parete nord e parte della parete est le “Fatiche di Ercole”, seguono vari episodi mitologici.

PARETE NORD

Sulla parete nord sono raffigurate 10 “fatiche d‘Ercole”:

Ercole e i Centauri;

Ercole e il Leone di Nemea;

Ercole e gli Uccelli Stinfalidi;

Ercole e l’Echidna;

Ercole e Cerbero;

Ercole e Diomede;

Ercole e l’Idra di Lerna;

Ercole e il Toro di Creta;

Ercole e Anteo,

Ercole e Gerione.

PARETE EST

Ercole sostituisce Atlante;

Ercole e il Cinghiale di Erimanto;

Il ratto di Europa;

Danae adagiata sul letto accoglie Giove sotto forma di pioggia dorata;

Il mito di Semele: Giunone e Semele, Semele folgorata da Giove;

Diana e Atteone trasformato in cervo;

Mida con orecchie asinine;

La gara fra Apollo e Pan;

Il supplizio di Mida;

Nettuno e Anfitrite col figlio.

PARETE SUD

Sulla parete sud Peruzzi ha affrescato una serie di immaginifici episodi ambientati nel mare.

PARETE OVEST

Ninfa e Satiri;

Bacco e Baccanti;

Apollo scortica Marsia;

Il mito di Meleagro: Atalanta, Meleagro e il cinghiale Calidonio,
Contesa tra Meleagro e gli zii,
Le Parche e la madre di Meleagro, Meleagro morente
;

Il mito di Orfeo:
Orfeo incanta gli animali,
Orfeo si volta a guardare Euridice,
Plutone riporta Euridice nell’Averno,
Morte di Orfeo per mano delle donne Tracie.

Il mito di Orfeo - clicca per ingrandire

Grande è la raffinatezza del fregio, ma veramente indimenticabile è l’espressività del movimento di Euridice nell’episodio del mito di Orfeo.

 

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