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ERCOLE FERRATA

Ercole Ferrata (1610 – 1686) appartiene a quella “Tribù” ticinese, che fece grande il barocco romano.

Ferrata arrivò a Roma nel 1647, dopo un  lungo e sofferto apprendistato a Genova, Napoli e l’Aquila. Influenzato dal classicismo di Algardi e Duquesnoy, successivamente si avvicinò a Bernini; per questa via sviluppò uno stile che compendia la fantasia berniniana con la compostezza dell’Algardi.

Le sue principali opere si possono ammirare a Sant’Agnese in Agone dove si trovano i rilievi con il martirio di Santa Emerenziana, Sant’Agnese sul rogo e il martirio di Sant’Eustachio che il suo allievo Melchiorre Caffà, morto improvvisamente, aveva lasciato incompiuto.

Ferrata a Sant’Agnese in Agone - clicca per ingrandire

A Santa Maria sopra Minerva Bernini gli affidò le sculture del Cardinale Pimentel, della Fede e della Sapienza e Carlo Rainaldi il monumento funebre del Cardinale Bonelli.

Nella facciata di Sant’Andrea della Valle sono di sua mano le statue di Sant’Andrea, di Sant’Andrea di Avellino e dell’angelo che si staglia sul secondo ordine.
Nella chiesa di Gesù e Maria ha scolpito lo splendido monumento funebre di Giulio del Corno.

Il monumento funebre di Giulio del Corno - clicca per ingrandire

A Santa Maria dell’Anima da non perdere il busto del Cardinale Sluse.

Nella cappella Falconieri della chiesa di San Giovanni dei Fiorentini, disegnata da Borromini, ha scolpito la Fede.
A Sant’Agostino, notevole l’eterno Padre e il gruppo della Carità, iniziato dal suo allievo Melchiorre Caffà e lasciato incompiuto per la sua morte improvvisa.

Ferrata a Sant’Agostino

Nella Cappella Spada, disegnata da Borromini a San Girolamo della Carità, ha scolpito la statua in memoria di Lorenzo Spada.

Infine di marca berniniana Santa Anastasia, nell’omonima chiesa, certamente ispirata alla Beata Albertoni. Da osservare comunque la incredibile abilità di Ferrata nel lavorare il marmo  e la drammatizzazione espressa dalla mano destra della Santa.

 

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