ARCHEO TOUR
Oggi vi proponiamo l’archeo tour romano, che prevede il Colosseo, l’Arco di Costantino, il Foro di Nerva, quello di Augusto, il Foro di Traiano, la Colonna Traiana e il Foro di Cesare.
È un percorso famoso, ma nonostante ciò siamo fiduciosi di farvi scoprire qualcosa di nuovo e interessante.
Il Colosseo con oltre 6 milioni di visitatori l’anno, è di gran lunga il luogo più visitato d’Italia e via dei Fori Imperiali, che collega il Colosseo a piazza Venezia, è la strada più turistica della città.
Tornando al Colosseo già nella facciata potete osservare che i quattro ordini, vale a dire i quattro piani sono tra loro diversi, infatti le semicolonne del primo ordine sono tuscaniche,
quelle del secondo ioniche,
quelle del terzo corinzie
e ancora corinzie sono le lesene (pilastri decorativi) del quarto ordine.
Nei blocchi di travertino potete vedere i fori lasciati dalle grappe di metallo che li tenevano fermi e che nel medioevo furono asportate.
A metà del quarto ordine si trovano delle mensole,
in totale erano 240, sulle quali poggiavano altrettante travi verticali di legno, che sostenevano il velario,
disteso per proteggere gli spettatori dal sole.
Nel cornicione
erano praticati dei fori per far passare le travi stesse.
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Il Velario |
Il velario, che era manovrato
dai marinai della flotta di stanza a Miseno, vicino a Napoli, era controbilanciato grazie a 150 cippi, che si trovavano a terra ad una decina di metri dal perimetro della facciata, sui quali venivano ancorate le funi che scendevano dalla sommità. Oggi ne restano 5, posti ad est, cioè dal lato opposto rispetto a via dei Fori imperiali.
Accanto al Colosseo fu eretta quella meraviglia che è l’arco di Costantino.
Andando verso piazza Venezia, superato il semaforo di largo Corrado Ricci, alla vostra destra parte la via Alessandrina, costruita a metà del 1500 dal cardinale Michele Bonelli, nipote di Papa Pio V, che era nato ad Alessandria, quindi in suo onore la strada fu detta Alessandrina e proprio all'inizio della via potete vedere parte del Foro di Nerva, che in realtà fu costruito da Domiziano
(Imperatore dal 81 al 96 d.C.), ma non fece a tempo ad inauguralo, visto che poco prima fu assassinato.
Il foro è detto anche transitorio perché metteva in comunicazione il Foro Romano con l'asse viario che, attraversando il popolare quartiere della Suburra, arrivava alla porta esquilina,
dove oggi, non lontano da Santa Maria Maggiore, vediamo l'arco dell'imperatore Licinio Gallieno. Per la sua forma particolare, stretta e lunga, 45 metri per 120, a differenza dei fori precedenti il Foro era privo di portici, ma l'architetto di Domiziano escogitò una geniale soluzione, accostando ai muri perimetrali
dei lati lunghi un colonnato, sopra al quale correva una trabeazione spezzata
e, ancora più su, l'attico era decorato da rilievi
che raffiguravano le province di Roma, alternate con divinità.
Sul lato corto non lontano dalla Suburra sorgeva il tempio di Minerva, che, seppure logorato dal tempo, aveva resistito sino al 1605, quando Papa Polo V Borghese lo demolì per prelevarne i marmi, che utilizzò nella costruzione del fontanone dell'Acqua Paola.
Inoltre, attorno al 1930, la costruzione di via dell'impero, parzialmente coincidente con via dei fori imperiali, ha avuto come conseguenza l'interramento di buona parte della piazza del Foro, che oggi è spezzata in 2 parti, la maggiore verso la Suburra e la minore confinante con il Foro Romano. Di tutta la ricchissima decorazione oggi possiamo vedere le famose Colonnacce, che peraltro ci suggeriscono quale fosse lo splendore del colonnato, ricordando che il muro perimetrale, in peperino, era rivestito di lastre di marmo bianco di Luni, cioè di Carrara.
Continuando lungo la via Alessandrina incontrerete il Foro di Augusto, il secondo dei Fori imperiali ad essere costruito.
Al centro del Foro su un alto podio si trovava il tempio di Marte Ultore, cioè vendicatore, inaugurato da Augusto a ricordo della battaglia di Filippi, 42 a.C. nella quale, sconfitti da Marco Antonio e dallo stesso Augusto, caddero gli assassini di Cesare, che fu così vendicato. Del tempio oggi restano i 17 gradini che portano all'atrio del tempio, dove sulla facciata c'erano 8 colonne, delle quali restano le basi e 4 sono state parzialmente rialzate. Mentre sono sopravvissute le colonne laterali sul fondo, che reggono un tratto della trabeazione (composta da architrave, fregio e cornice). Nel medioevo nella cella del tempio fu accomodata la chiesa di san Basilio e accanto il convento della santissima Annunziata, ai quali si accedeva dalla Suburra.
Tracce
dei tetti della chiesa e del convento si vedono sul muro di fondo. L'imponente muro, alto 30 metri, era di pietra gabina, una varietà di tufo particolarmente resistente agli incendi che immancabilmente divampavano nella Suburra. Va da se che il muro era rivestito da lastre di marmo bianco. Il tempio di Marte fu costruito senza badare a spese, nel Museo dei Fori imperiali, sono esposti molti raffinatissimi reperti,
tra i quali un piede dorato appartenente ad una delle due Vittorie che si trovavano sul frontone del tempio.
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I reperti |
La piazza del Foro era circondata da portici
sui quali si aprivano 4 esedre, 2 delle quali, già al tempo di Traiano furono demolite. Le 2 esedre sopravvissute sono ben visibili, come pure il ricco pavimento del portico e delle esedre stesse. A terra potete vedere tronchi di colonne ed altri reperti che testimoniano la ricchezza e la varietà dei marmi impiegati, mentre la piazza del Foro era pavimentata con lastre di marmo bianco di Luni.
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Le due esedre |
Dal Foro di Augusto proviene la gigantesca statua, che si trova nell'atrio del Palazzo Nuovo dei Musei Capitolini, detta di Marforio, ovvero Foro di Marte, visto che i romani identificavano il Foro di Augusto, con il Foro di Marte, per la presenza dell'omonimo tempio.
Continua...
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