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PER SAPERNE DI PIÙ: STANZA DELLA SEGNATURA

La decorazione della stanza della Segnatura iniziò dalla volta, e questo fu il primo cimento di Raffaello con la pittura “a fresco”.

Giulio II aveva messo all’opera, oltre al giovane Raffaello, i maggiori pittori dell’epoca: Perugino, il Bramantino, Baldassarre Peruzzi, Lorenzo Lotto, il Sodoma, ma visto il primo affresco di Raffaello, monocraticamente, licenziò tutti gli altri e ordinò di distruggere gli affreschi dipinti in precedenza. Ma Raffaello richiamò il Sodoma e nella Stanza dell’Incendio salvò gli affreschi del Perugino.

Dopo aver affrescato la volta, Raffaello si dedicò alla Disputa del Sacramento (1509), locuzione tramandata da Vasari che parla di disputa, cioè discussione tra teologi. A testimoniare l’impegno di Raffello per la Disputa sono stati trovati 40 disegni preparatori.

È naturale chiedersi perché Raffello abbia dedicato alla Disputa uno studio così approfondito, la plausibile ragione è che la rappresentazione raffaellesca è del tutto nuova, infatti i personaggi sono vivacemente caratterizzati secondo una idea narrativa mai sperimentata prima, tesa a superare le astrattezze del passato e ridare vita ai grandi personaggi rappresentati, tra i quali oltre a Dante riconosciamo Sisto IV e il cardinale Riario della Rovere, cugino di Giulio II.

Nella Scuola d’Atene (1509 – 1510), Raffello sviluppa ulteriormente l’impianto narrativo, che si svolge nella spazialità di una architettura ideale. Al centro vediamo Platone, che solleva il braccio indicando col dito il cielo, mentre Aristotele, con il braccio teso in avanti con la mano indica la terra.
Quasi tutti i personaggi raffigurati - Platone, Aristotele, Euclide, Zoroastro - hanno i volti di artisti del tempo di Raffaello: ad esempio Platone ha il volto di Leonardo da Vinci, Aristotele quello di Bastiano da Sangallo, Euclide ha il volto di Bramante, Zoroastro quello del grande umanista Baldassarre Castiglione e in un angolo appaiono anche Raffaello e il Sodoma. Una notazione interessante è che quando nel 1511 fu scoperta la prima parte della volta della Cappella Sistina, Raffello rimise mano alla Scuola d’Atene e raffigurò Eraclito con il volto di Michelangelo.

L’affresco successivo fu quello del Parnaso (1510 – 1511), che si affaccia sul cortile del Belvedere dove Giulio II aveva fatto portare, salvandole, le tante statue rinvenute negli scavi archeologici, tra le quali l’Apollo del Belvedere ed il Laocoonte, non per niente Omero ha il volto proprio di Laocoonte, mentre Apollo ha lasciato il monte delle Muse, per sedersi sul Mons Vaticanus, da intendersi come il nuovo Parnaso, circondato dalle fedeli Muse, proprio di fronte al suo sosia: l’Apollo del Belvedere.
Tra i 18 poeti vediamo oltre ad Omero, Virgilio, Dante e Saffo.

Omero
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Virgilio
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Dante
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Saffo
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L’affresco delle Virtù fu dipinto nel 1511, la parete per la sua irregolarità dovuta alla finestra eccentrica, poneva dei problemi, che Raffaello risolse articolando la composizione in tre parti separate da una architettura illusionistica.

Nel lunettone superiore sono raffigurate a sinistra la Fortezza (riconoscibile per l’elmo), al centro la Prudenza ed infine con le redini in mano, la Temperanza. La Giustizia, che secondo Sant’Agostino è la più importante delle virtù cardinali è raffigurata nel tondo della volta sovrastante la parete.
Tre dei putti rappresentano le virtù teologali: Fede, Speranza e Carità.

Giulio II
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A lato della finestra, sulla sinistra, si vede Teboniano che consegna le Pandette a Giustiniano, a simbolizzare il diritto naturale e civile. Il dipinto è stato gravemente danneggiato, non si sa se per mano dei Lanzichenecchi, che già si erano distinti per aver sfasciato le meravigliose vetrate della Loggia di Raffaello dipinte da Guglielmo di Marcillat. In ogni caso si ritiene che di mano di Raffaello sia il disegno, mentre il dipinto è attribuito al Sodoma.

A destra della finestra, con uno spazio più ampio a disposizione, Raffaello ha disegnato Gregorio IX che riceve le Decretali (il diritto canonico), da San Raimondo de Penafort. Il Papa ha il volto di Giulio II, il cardinale a sinistra è Giovanni de’ Medici, il futuro Leone X, alle cui spalle stanno Alessandro Farnese e Antonio del Monte. Come detto il disegno è di Raffaello, mentre il dipinto è attribuito a Baldassarre Peruzzi.   

La Stanza della Segnatura per la compresenza di tante diverse tematiche: narrazione, allegorie, numerosità e riconoscimento dei personaggi, può disorientare il visitatore al quale potrebbe sfuggire il significato delle diverse rappresentazioni, tuttavia anche limitandosi alla sola estetica Raffello lascia stupefatti per l’incredibile tecnica pittorica e l’inarrivabile impiego del colore.

 

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