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STANZA DELLA SEGNATURA

Quando Raffaello cominciò i lavori la Stanza doveva esser la biblioteca di Giulio II, ma appena terminata fu destinata al massimo tribunale della chiesa: la Segnatura Gratiae et Iustitiae, prese così il nome di Stanza della Segnatura.

Al tempo di Giulio II il Neoplatonismo si era affermato quale corrente filosofica dominante e Raffaello dipinse la Stanza ispirandosi alle categorie neoplatoniche del Vero, del Bello e del Bene, alle quali corrispondono “la Disputa (ovvero discussione) del Sacramento”, che rappresenta il Vero Teologico; “la scuola d’Atene”, il Vero Filosofico; il “Parnaso”, il Bello; “le Virtù e la Giustizia”, il Bene.

Il Parnaso, ovvero il Bello

In corrispondenza ad ognuna delle pareti nei tondi della volta sono rappresentate la Teologia, la Filosofia, la Poesia e la Giustizia.

 

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